Ricordi di viaggi di un italiano nascosto

di Enrico Proietti



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Schiphol Airport, terminal M

26.02.2014 20:17

A commento della pubblicazione di "Olanda", le gigantografie esposte nel terminal M dell'aeroporto di Schiphol sono da illustrare brevemente. Intanto, Schiphol non è l'aeroporto di Amsterdam, ma dell'Olanda. Non dico dei Paesi Bassi, ma almeno dell'Olanda. Dalla stazione ferroviaria sotterranea, con parecchi binari, partono treni locali e intercity per varie città dell'intero Paese.

Così, queste foto aeree di Karel Tomeï illustrano l'Olanda. Ed anche il mio racconto. Ce n'è una intitolata "Maas en Waal". Cioè "Mosa e Reno": è ripresa al tramonto, controluce, per cui le acque sembrano strisce di rame sotto un cielo dello stesso metallo. Ebbene, ci ho messo un po' a capire. Perché due fiumi? Se ne vedeva uno solo. Solo con po' di concentrazione mi sono accorto che quell'ansa lì, quella ampia, proveniva da fuori la foto mentre le anse di sotto ci stavano tutte dentro. Ovvero: i due corsi d'acqua non sono separati che da una striscia di terra che ho giudicato larga sui 50 metri, come ordine di grandezza.

Un'altra foto gigante raffigura Driehuizen, che significa "Tre Case". Ora ce ne sono un po' di più, ma resta appena una frazione del comune di Schermer, Noord-Holland. Immersa nell'acqua, abbarbicata a grumi di verde. Così mi chiesi una cosa che non m'ero mai chiesto, cioè l'etimologia del nome Olanda, interrogandomi se non signficasse "terra dell'acqua", come le finlandesi Isole Åland ("terra nell'acqua"), dalla fonetica simile. Invece no, Wikipedia dice che deriva dal germanico holt-land ("terra boscosa"). 

E' allora una ulteriore riprova di quanto abbiano lavorato duro gli olandesi, nei secoli. Di boschi, zero tracce.